Quali media per un musicista di oggi?

Quando sei uno che suona, nel senso che hai delle competenze artistiche socialmente interessanti e senti di essere più o meno te stesso, un problema importante può essere mettere a punto, nuovamente, una scelta più chiara del media o dei media per il tuo lavoro creativo, quello svolto fino a un certo momento. 

Uso la parola media in maniera molto ampia, in questo ragionamento, lo considero come uno o più vettori a cui potresti essere interessato perché adatto alla diffusione e/o vendita della tua creatività.

Nel caso di un musicista, media o vettore di diffusione o mezzo può voler dire molte cose diverse. 

Ma fra tutti i media possibili del tuo lavoro musicale o se vogliamo proprio della tua opera/oggetto musicale, quelli che funzionano, che sono utili e che ti interessano potrebbero essere pochi, e anche diversi rispetto al passato, o potrebbero essere da combinare in vari nuovi modi. 

Il cellulare è sicuramente un media attuale per la musica di un musicista, il video sul cellulare è già la combinazione di due media, cioè il video e il cellulare. In realtà, si tratta di tre elementi che fanno da media, perché c’è anche il file audio, prima del video, che potrebbe andare sul cellulare da solo. 

Rendendo il ragionamento sui media un po’ più ampio e meno scontato, potremmo dire che per la diffusione del tuo discorso musicale, o dei tuoi oggetti culturali, potrebbe essere necessario riguardare le cose in modo nuovo: dal supporto, al dispositivo di diffusione, al tipo di evento live. 

Dal punto di vista tecnico, il discorso è in realtà più o meno sempre lo stesso ma con alcuni nuovi attrezzi, strumenti, oggetti in più, rispetto a ieri. E quindi ora abbiamo: cellulare, stereo, computer, cinema, tv, radio, cd, vinile, file audio, eventi live, tutto mischiato e spesso fruibile gratis attraverso il web (vari social, piattaforme di streaming, siti personali, grandi e piccoli riviste online, influencer di vario tipo).

Il media importante da considerare, in positivo o in negativo, per la diffusione della tua musica o vendita potrebbe essere però un’altra cosa, forse più fisso come elemento, non opinabile ma comunque da considerare attentamente, cioè il tuo stile di vita particolare, la tua collocazione culturale nella società attuale, che può portare la tua musica verso un maggiore o minore interesse, a un certo numero di persone, come è sempre stato. 

La musica è sempre stata cultura non solo una questione di stile estetico musicale. Con una battuta ironica, potremmo dire che è importante capire anche da quale pulpito viene la predica musicale.

Per il rock e il jazz accadde qualcosa del genere e c’erano dietro questi fenomeni epocali della cultura mondiale interi mondi economico e sociali. 

Mentre la musica oggi tende a diventare o a essere ridotta maggiormente a una questione di stile, di tecnica stilistica strumentale, anche di testi, nel caso delle canzoni.

Per assurdo, se il rock o qualcosa di simile come stile fosse stata una realizzazione dei musicisti classici degli anni 50, forse non si sarebbe diffusa tanto tra i giovani. Sarebbe stata eseguita a pagamento in costosi hall concert, da persone molto conservatrici in giacca e papillon. 

Invece, il rock fu elaborato e diffuso da giovani musicisti, anche se aveva ampie e diverse radici, appunto. Giovani che avevano uno stile di vita trasgressivo per l’epoca, in America e in Inghilterra soprattutto e poi un po’ ovunque. 

Dunque, quello stile di vita, quella istanza di libertà dei rocker è stato un elemento, un veicolo importante, al di là dello stile strumentale che pure lo conteneva e rappresentava in sé. 

La proposta implicita nello stile di vita dei rocker era un fattore culturale importante almeno quanto la musica in sé, quindi fu un media, per così dire, importante per la sua diffusione tra i giovani. 

Forse, il rock si sarebbe diffuso lo stesso tra i giovani, da qualunque parte fosse venuta per qualche motivo sociale ed espressivo, anche se fosse stato portato avanti maggiormente dai vecchi suonatori country americani, invece che principalmente da giovani e nuovi musicisti.

Comunque, un media di diffusione ampia è sicuramente proprio la musica in sé stessa, quella particolare invenzione stilistica, vecchia o nuova, il suo significato simbolico, estetico implicito ma comunicativo. 

Ma siamo a qualcosa di più sottile e invisibile, che necessita di più attenzione rispetto ai fenomeni di massa del passato, quindi un po’ meno comunicativo e immediato, più ambiguo, se vogliamo.

Ma dei media importanti sarebbero ancora oggi dei nuovi concetti politico-sociali-organizzativi che il musicista o il gruppo può rappresentare in vario modo, in testi, interviste, video, stili di vita, etc. 

In tutti i casi, tentare una distinzione tra cose abbastanza diverse: il lavoro che produce un certo know how artistico in termini di stile tecnico strumentale, l’opera o oggetto, e il media inteso in maniera più o meno ampia che ne può facilitare la diffusione/vendita, può essere importante per capire se si sta andando nella direzione voluta.

Personalmente considero la musica e le tecniche stilistico strumentali un prezioso elemento per me, sia dal punto espressivo sia da quello autoformativo nella mia vita, sia da quello della comunicazione e partecipazione alla contemporaneità.  

In questo senso, però è soprattutto la possibilità di autopubblicarmi sul web, proseguendo una lunga pratica domestica non professionale, ad avermi dato una nuova possibilità di comunicazione e partecipazione sociale anche se virtuale. 

Ma non ho mai considerato la musica, e l’arte in genere, una scelta lavorativa, ancora oggi ho progetti abbastanza delimitati in questo campo. 

Da alcuni anni, soprattutto, mi interessa e mi piace coltivare la possibilità di contatto, scambio e conoscenza con altre persone, musicisti o meno che siano, partendo proprio dal web e le sue possibilità. 

Per me tutto è un po’ ripartito in maniera nuova intorno al 2016, quando ho ripreso a comporre canzoni con maggiore continuità ma questa volta registrandole per il web, con tutto il suo corollario di nuove possibilità e limiti di contatto, appunto.

Per i prossimi anni mi interesserà sicuramente, oltre a proseguire con il mio canale youtube, anche partire con una piccola attività continua da performer live, completamente autogestita per le mie canzoni, e con chissà quali altre attività live, comunque molto part- time, provenienti da eventuali nuove conoscenze e frequentazioni.

Enjoy the music!!!

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