Dove si ascolta la musica?
La produzione, la vendita e l’ascolto di musica è uno dei fenomeni culturali delle nostre società, di cui è importante tentare una rapido riepilogo in chiave storica contemporanea.
La digitalizzazione della musica e la sua diffusione attraverso il web ha effettivamente cambiato tante cose. prima Il formato mp3 estrapolato dai cd e la condivisione su internet, poi le grandi piattaforme globali di distribuzione multicanale a pagamento e free, itunes, spotify, youtube, hanno cambiato e spesso messo in crisi le prospettive di autori, produttori, etichette discografiche, musicisti, critici, ascoltatori.
In questo breve articolo voglio però provare a riguardare le cose da un’altra prospettiva, non quella tecnologica, produttiva e distributiva. Prendiamo invece in considerazione i luoghi in cui abbiamo ascoltato e ascoltiamo la musica negli ultimi decenni, dagli anni 60 in poi.
Dal punto di vista dei luoghi di fruizione della musica possiamo schematizzare storicamente le cose in questa maniera:
- La musica dal vivo: club, sale da ballo, locali, auditorium, teatri, palazzetti, stadi.
- La musica a casa: radio, grammofono, tv, stereo hi fi, computer.
- La musica con te: mangiadischi portatili, radioline portatili, stereo portatili a pile, autoradio, walkman, lettori mp3, cellulari.
- La musica con noi: discoteca, jukebox, filodiffusione, cinema.
Lascio a ogni lettore le considerazioni su quale luogo sia stato, nella sua storia personale, la più importante modalità di fruizione della musica.
Nel mio caso di ragazzo degli anni 80 e 90 e di persona adulta poi, la musica ha avuto un ruolo formativo molto importante, soprattutto in due modalità, a casa con i cd, e in giro, con il walkman e l’autoradio a cassette.
Per quanto riguarda la musica dal vivo, ne ho ascoltata tanta ma il numero di ore di ascolto non credo sia paragonabile a quello ascoltato sullo stereo hifi di casa, passeggiando con il walkman e in macchina con le audiocassette.
Adesso ascolto molta musica dal computer, su youtube, con un paio di buoni altoparlanti ma non spendo quasi più soldi per farlo e ascolto ancora musica in macchina con spotify, anche in questo caso senza spendere altro che i soldi per la connessione a casa e sul cellulare.
Tornando a considerazioni sul sistema di produzione e vendita, che comprende anche vecchi e nuovi meccanismi pubblicitari, abbiamo il vantaggio che la musica a casa e quella sempre con te è diventata praticamente gratuita, per tutti. Ma sembra che a tanti musicisti e ai produttori non sia rimasta che la musica live, gli eventi dal vivo a pagamento, in un contesto tra l’altro di enorme disponibilità di musica gratis in casa, in auto e in mobilità.
Ma la musica live non può compensare, in tanti progetti artistici, i guadagni della vendita di dischi e cd. E soprattutto la musica live non può, probabilmente, diventare il principale modo di fruizione della musica per gli ascoltatori, che avranno sempre la voglia e il bisogno di ascoltare musica a casa, in auto e in giro col cellulare, ora gratis.
Allora si tratterebbe, dal punto di vista delle esigenze commerciali, di farsi pubblicità sulle grandi piattaforme come spotify, youtube, ecc. ma provare a ritrovare modelli di vendita che favoriscano la creatività e il pluralismo musicale in maniera economicamente sostenibile.
Il disco a 33 giri e il 45 giri forse in questo funzionavamo un po’ meglio rispetto alle piattaforme web dove la musica di minor consumo sembra essere tagliata fuori da un guadagno minimo necessario.
Personalmente la soluzione che adotterei se dovessi vendere musica sarebbe produrre sempre cd per l’ascolto di qualità a casa, magari collegandomi a una rete di piccoli negozi di cd in tutta Italia. E poi farei lo stesso Long Playing audio video/grafico, presentandolo sul web attraverso un trailer gratuito, con la possibilità di scaricare sul cellulare l’intero progetto audio video/grafico al costo di 1 euro circa. Potrebbe essere come una sorta di NFT a prezzo molto basso (non-fungibile token, opera d’arte digitale).
Lo farei sia per ragioni di sostenibilità economica del lavoro di produzione ma anche e soprattutto perché mi piace ancora molto ascoltare la musica a casa e ascoltarla occasionalmente in giro con il nuovo walkman che abbiamo tutti, il cellulare.
Tra l’altro questo piccolo dispositivo, che ha cambiato le nostre vite in tante nuove abitudini, è collegabile a impianti ad alta definizione come casse bluetooth domestiche, impianti di diffusione televisivi e quindi un contenuto audio in vendita a circa 1 euro oppure audio video (copertina, testi, animazioni, etc.), scaricato sul cellulare, può diventare anche la musica ascoltata a casa, offline sul computer o sulla tv con buone casse.
Tutta la musica degli anni passati ormai è gratis sul web ma i nuovi progetti, significativi e percepiti importanti dagli ascoltatori, potrebbero essere scaricabili a basso prezzo sul cellulare. E ancora su cd, per chi ama ancora prendersi il tempo per ascoltare un disco con un amico, da solo a casa in una stanza comoda sull’impianto hifi.
2 pensieri su “Dove si ascolta la musica?”
Massimo sempre molto profonde le tue osservazioni in merito alla.musica, io sono più grande di te , ma tante cose che hai scritto e vissuto le ho fatte anch’io un abbraccio ciro
Grazie del feedback Ciro, so che anche per te la musica è un’amica importante e fonte di belle emozioni. A volte è interessante cercare di focalizzare i suoi cambiamenti, per questo scrivo articoli come questo.