Bella domanda! mentre sento la musica, oppure dopo poco che il pezzo è finito, lo so perfettamente se mi piace o no. Il problema è trovare una chiave di lettura per raccontarlo facilmente agli altri e anche a me stesso.
Scartiamo abbastanza rapidamente la questione dei generi, tipo mi piace il jazz, il pop italiano o la world music. Certo, anche selezionando alcuni generi riuscirei a raccontare al mio interlocutore, almeno parzialmente la mia verità, dicendo che mi piace il jazz afroamericano, la musica per pianoforte, etc..
Però so bene che non mi piace tutto il jazz, che alcuni cantautori italiani mi appassionano sempre ad ogni ascolto mentre altri solo in un periodo della loro carriera. Mi piacciono alcuni dischi e non altri e via così.
Riparto allora da alcune altre questioni, modi di dire che usiamo un po’ tutti. Tizio è sempre stato un artista molto sincero, onesto direi, tra l’altro sempre molto coerente e rispettoso del suo pubblico. Si, va bene ma a me annoia che neanche te lo sto a raccontare, mentre a te fa impazzire, altro mistero. Mi piace la sua professionalità e il fatto che abbia una tecnica vocale e strumentale incredibile, anche se ormai c’è molto mestiere in quello che fa.
Quando ascolto dialoghi di questo tipo, parlando io stesso di queste cose, ritorno al momento di silenzio per ascoltare l’altro e penso che mi sfugge qualcosa, almeno momentaneamente, e non sto riuscendo a spiegare davvero che musica mi piace.
Posso estendere questo discorso anche al cinema, ai libri, alla televisione. A volte molte cose sembrano pensate e realizzate con un approccio psicologico o sociologico, un marketing culturale preoccupato di rivolgersi a un certo pubblico con contenuti utili, fatti proprio su misura.
Chiaramente una fiction oppure un film ha delle logiche di produzione diverse da quelle di una canzone ma sono convinto che anche le case discografiche lavorino al sostegno di certi artisti e non di altri anche perchè pensano che alcuni rappresentino meglio il mood sociale del momento, oltre che consentire un buon guadagno.
Comunque, anche in questi ambiti trovare delle regole, partendo sempre da cosa mi piace e cosa mi annoia, è tutt’altro che semplice.
C’è un modo di dire napoletano che mi diverte riportare qui e che mi sembra risolvere momentaneamente la questione di spiegare cosa mi piace: “CHIST FA OVER!”.
Ecco, in fondo non mi importa se un musicista suoni jazz o rock, se un film sia comico o drammatico o se rappresenti bene i problemi sociali del momento. Non mi importa se il cantante ci metta grinta e passione o sia distaccato nella sua esibizione. Mi importa che sia vero e che mi porti esattamente in quel luogo immaginario dove si trovi lui e l’insieme delle sue percezioni esistenziali.
Non voglio che l’artista mi venga a trovare, che faccia lo psicologo o lo sciamano o che si sforzi di capire il mondo circostante, voglio che mi faccia sentire col suo lavoro artistico dove lui è davvero.
Magari non capirò subito esattamente che sta facendo in quella canzone o in quel film ma in genere sono abbastanza rapido a intuire che fa sul serio, è proprio lui che è così in quel disco, CHIST FA OVER! 🙂
2 pensieri su “A te che musica piace?”
Sono d’accordo con te . Anche io la penso allo stesso modo .
Ciao massimo
Ciao Arturo, grazie per aver visitato il mio sito. Un abbraccio!